Le connessioni tra mafia e mercato della droga attraverso la lente di ingrandimento di quattro autori. Si presenta a Isola delle Femmine, venerdì 23 agosto, “Mafia&Droga”, libro edito da Mediter Italia

Lo stato attuale della mafia, la produzione e il consumo di droghe, il ruolo della società civile, l’azione delle istituzioni. Tanti aspetti da considerare se si vuole veramente capire cosa è oggi la mafia e che tipo di incidenza ha avuto e ha ancora sul tessuto socio-economico-culturale.

Chiavi di lettura che offre il libro “Mafia&Droga. Lo stato delle cose. Rapporto 2024” (Mediter Italia edizioni), scritto a quattro mani da Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Giovanni Burgio e Nino Rocca.

Autori che saranno presenti alla presentazione del testo, in programma alle 17.30 di venerdì 23 agosto negli spazi della Biblioteca comunale di Isola delle Femmine, in via Palermo 59.

A portare i saluti saranno Orazio Nevoloso, sindaco del Comune di Isola delle Femmine, che patrocina l’evento, e Carmela Di Liberto, presidente della Pro Loco. Interverrà Biagio Sciortino, presidente nazionale Intercear, il coordinamento nazionale degli enti autorizzati e accreditati che, nelle singole regioni, si occupano di tossicodipendenza. Modererà la giornalista Gilda Sciortino.

«Il traffico di droga – scrive Umberto Santino nella prefazione al libro – ha segnato uno snodo fondamentale per l’evoluzione del fenomeno mafioso, poiché ha indotto una lievitazione dell’accumulazione illegale, paragonabile a quella derivante dal proibizionismo degli alcolici degli anni ’30 negli Stati Uniti. La droga era, e rimane, un fenomeno-calamita, che coinvolge una lunga schiera di soggetti e di gruppi sociali. Già prima, il traffico di stupefacenti comprendeva una serie di figure esterne a Cosa nostra; ora, soprattutto per la produzione e lo smercio di un derivato della cocaina, il crack, sono coinvolti interi gruppi familiari, anche i bambini, che, in mancanza di risorse legali, praticano attività illegali, che costituiscono gran parte dell’economia reale di una città come Palermo».