Cefalù: terra di mito

Cefalù è terra del mito: qui Dafni, poeta cantore della natura, accecato dalla suocera per vendetta, viene trasformato in roccia dal pietoso Mercurio; qui Ercole nel 1283 a.C, costruisce un tempio al Sommo Padre Giove; qui i Giganti, discendenti da Javan figlio di Jafet, figlio di Noè, vissero le loro grandi avventure.

Della più antica frequentazione umana di Cefalù troviamo tracce preistoriche nelle due grotte, sul versante settentrionale della Rocca chiamate “delle giumente” e “delle colombe”. Ras Melkart (promontorio di Èrcole ) è il nome punico della Città, Kephaloidion quello greco. La Città, pur vantando antichissime origini mitologiche e leggendarie, sarebbe, come attestano i ritrovamenti archeologici, un centro indigeno della fine del V secolo a.C. resosi florido e prosperoso grazie ai contatti con i popoli che in quel periodo gestivano i commerci in Sicilia.

Nel 396 a.C. Imilcone, Generale Cartaginese si allea con gli abitanti di Cefalù. Nel 307 a.C. la Città viene conquistata dai Siracusani e assegnata al governatorato di Leptine. Nel 254 a.C. viene presa, con l’inganno, dai Romani diventando, poi, Città Decumana. Cefalù subisce, quindi, le dominazioni di quei popoli che si avvicendavano, alla detenzione del potere: Impero Romano d’Occidente, Vandali e Goti, Impero d’Oriente, poi gli Arabi e quindi i Normanni.

Tracce del sistema viario ellenistico – romano sono disseminate un po’ dappertutto per la città, la parte più significativa si trova all’interno della sala polifunzionale della Corte delle Stelle ( Corso Ruggero), mentre della cinta muraria megalitica (fine del V sec. a. C.) oltre a varie piccole porzioni, rimangono solide vestigio lungo la scogliera della Giudecca ( Postierla ), presso Piazza Garibaldi (l’antica Porta Terra) e lungo la discesa del Distretto Paramuro.

Dello stesso periodo delle mura è il cosiddetto tempio di Diana, sulla rocca, edificio megalitico forse legato ad un culto dell’acqua, come proverebbe la vicina “cisterna protostorica” (IX sec A.C.) con copertura di tipo dolmenico.

Il tempio, il castello e le mura di cinta merlate, casermette, magazzini, cisterne, forni ed altre costruzioni costituiscono l’attrattiva per una passeggiata sulla rocca (ml.270 s.l.m.), dalla cui sommità è possibile osservare un magnifico panorama.

La rocca è costituita dalla lumachella, roccia calcarea di origine organogena, ricca di fossili (molluschi, gasteropodi, lamellibranchi, e, talvolta brachiopodi), le cui sezioni spiccano sulla superficie levigata della roccia come curiosi arabeschi. Poche le tracce lasciate dagli Arabi che conquistarono Cefalù nell’858, magnifiche e monumentali quelle lasciate dai Normanni.

Il Gran Conte Ruggero nel 1063 prende possesso della Città, aiutato nella lotta contro gli arabi da un cittadino di Cefalù, Rodulfo Rufo, alias Raul. Ruggero II, riconsegna definitivamente alla Cristianità Cefalù, fondando, prima la chiesa di S. Giorgio (1129) e, poi , la basilica Cattedrale (1131). Quest’ultima costruzione permetterà al Re di sciogliere il voto fatto quando, colto da una improvvisa terribile tempesta, prometteva di costruire, ad onore e gloria del SS. Salvatore, una cattedrale nel luogo che lo avrebbe visto salvo.

Altri esempi di costruzione medievali, ben visibili, sono: il palazzo Maria ( Piazza del Duomo ) e l’Osterio Magno (Corso Ruggero). Queste due costruzioni erroneamente, sono state identificate come la Domus Regia ruggeriana che, invece, fu inglobata dal palazzo Vescovile, in quella parte adiacente alla Canonico.

L’Osterio Magno è un complesso monumentale del XIII secolo, accertata residenza, a Cefalù, dei Ventimiglia Marchesi di Geraci. Questi, che possedevano in Città vaste proprietà con torri e vigne, svolsero un ruolo molto importante a Cefalù reggendone, talvolta, il governo e interferendo spesso con il potere della Chiesa. La loro presenza rese sempre più solido quel vincolo, oggi ancora vivo, che ha sempre legato Cefalù al territorio ed ai paesi delle Madonie.

Ai Ventimiglia si devono varie altre costruzioni cittadine: la parte più antica di porta Pescara, la Torre di porta Ossuna, forse, parte della chiesa di S’Antonio di Padova. Arrigo Ventimiglia , nel 1263, interveniva nella definizione del tetto della Cattedrale e Francesco II, nel suo testamento ( 1386), chiedeva di essere sepolto nel sarcofago della Cappella di famiglia in Cattedrale, dove oggi riposa.

Il sarcofago, assieme ad altri mausolei, arricchisce il patrimonio artistico della basilica di Cefalù: il mosaico bizantino dell’ abside (1148), la croce lignea bifronte dipinta da Guglielmo da Pesaro ( seconda metà del XV secolo ), gli stucchi barocchi (1650) di Scipione li Volsi arricchiti dalle pitture di Ignazio dongiovanni, una Madonna con bambino (1533) di Monello Gagini, l’Altare del SS. Sacramento (1764-1779), pregevole lavoro degli argentieri palermitani Gregorio Balsamo, Giovanni Rossi, Giuseppe Russo ed altri. Il Paliotto fu realizzato su I disegno del pittore cefaludese Geronimo Cassata ‘ ( 1714 -? ). Il Tesoro della Cattedrale è arricchito da due Reliquiari quello della Santa Croce e quello delle Sante Spine. L’interno della Cattedrale, a tre navate con copertura lignea, è arricchito da un fonte battesimale romanico con vasca di lumachella grigia. Annesso alla Cattedrale è il bellissimo chiostro , decorato da colonne binate con capitelli scolpiti. All’esterno la facciata è opera del Panittera (1240 ) e il portico di Ambrogio da Comò ( 1473 ).

Il sagrato, antico cimitero pubblico, sempre secondo la tradizione, fu costituito con la Terra Santa fatta venire, per volontà di Ruggero II, da Gerusalemme, da quella località chiamata Aceldama che accolse il cadavere di Giuda in una fossa pagata con i trenta denari, prezzo del suo tradimento. Il Sagrato oggi,con termine, popolare, viene chiamato turniali, termine preso in prestito dall’antico nome del chiostro.

Il patrimonio monumentale della Città è ricchissimo. Il lavatoio “Medievale”, foce del fiume Cefalino che, nascendo dalle montagne alle spalle di Gratteri, giunge a Cefalù attraverso un percorso sotterraneo, rafforzando quel legame ancestrale, mare – monti, che ha permeato la storia di Cefalù e del comprensorio delle Madonie. Il Barocco è rappresentato dai prospetti del : Monte di Pietà (1716) e della chiesa delle Anime Purganti (1668), mentre, tante altre chiese, ricordano epoche e stili diversi. Una visita a Cefalù non può escludere una sosta al Museo Mandralisca che contiene una pregevole collezione archeologica, una Pinacoteca della quale fa parte il “ritratto d’Ignoto” , capolavoro di Antonello da Messina, una collezione malacologica e una biblioteca storica.

A circa 4 Km. da Cefalù, sorge il placido Borgo di S. Ambrogio, frazione di Cefalù sorta intorno al 1783, con un bel panorama e tanta simpatica accoglienza. Ancora a pochi chilometri da Cefalù presso la contrada San Biagio sorge la chiesetta omonima, antica pertinenza di un Cenobio benedettino. All’interno della cappella è possibile ammirare magnifici affreschi del XIII secolo, opera di maestranze della scuola pittorica siciliana.

Tra gli ulivi di Settefrati, svetta la torre del coltello Ortolani di Bordonaro, antica dimora della famiglia Duca, donato dal Barone Gabriele Ortolani di Bordonaro, Principe di Torremuzza, ( 1907- 1992) alla Città di Cefalù, perché diventasse centro propulsore di attività socio- culturali. Sul poggio del monte S.Angelo, a 15 Km. da Cefalù, a 800 mt. s.l.m., tra una fìtta vegetazione di castagni, querce e frassini, sorge il santuario di Gibilmanna, interessante luogo di culto e meta di pellegrinaggi. All’interno si può ammirare l’altare barocco con marmi policromi di pregevole fattura, eseguito per la Cattedrale di Palermo dallo scultore Baldassare Pampillonia su disegno dell’Archi. Paolo Amato, acquistato dal guardiano del Convento di Gibilmanna nel 1785. All’interno dell’antico Convento è possibile visitare un ricco Museo che raccoglie opere d’arte provenienti da chiese e conventi, non più attivi, della provincia cappuccina di Messina. Il Museo contiene anche una ricca collezione etno – antropologica.

Cefalù, oggi, frequentata da un pubblico internazionale, offre a tutti un mare pulito con una splendida costa; alberghi e villaggi turistici per tutte le esigenze; spiagge attrezzate, sicure ed animate; servizi ed itinerari culturali ricchi di Mito, Storia e Natura.

Il suo territorio propone splendide passeggiate che permettono di godere della natura circostante che offre, oltre a tantissime bellezze naturali, le orchidee, che numerose popolano la campagna cefalutana, e alcuni gasteropodi quali la Helix Mazzullii , la vermiculata e la cephaleditana. La variegata serie di proposte offerte da Cefalù fa della Città e del suo territorio una realtà privilegiata che, l’appartenenza ad un più vasto comprensorio, il Parco delle Madonie, rende unica sia per la posizione geografica che per le caratteristiche storico- culturali.

La chiusura al traffico del centro storico ha dato un nuovo accattivante impulso alla fruizione della Città e del suo territorio, contribuendo a migliorare l’accoglienza e a rendere più confortevole il soggiorno.Merita attenzione la prima domenica di giugno per la festa del Corpus Domini con la tipica sfilata di carri allegorici.

Tra gli appuntamenti culturali cefaludesi vanno ricordati, lungo i mesi di luglio, agosto e settembre, gli spettacoli di musica, folklore, cabaret e teatro di “Cefalù incontri” e in ottobre la rassegna “le città del cinema’. Tra le feste religiose è molto sentita quella in onore del SS. Salvatore il 4,5 e 6 agosto.

IL DUOMO DEL SS. SALVATORE di Cefalù, tra storia e leggenda – PATRIMONIO UNESCO

È uno dei più imponenti monumenti di età arabo-normanna ed il più importante di Cefalù. La sua costruzione fu iniziata nel 1131 e durò per lungo periodo essendo stata interrotta alla morte di Ruggero II.
Secondo la tradizione, fu innalzato al Salvatore in esecuzione di un voto fatto da Buggero II che, travolto da una tempesta, trovò scampo presso la costa di Cefalù.
La leggenda, però, quasi certamente cela la vera motivazione che è di natura politica e militare come, del resto, lascia supporre il carattere di fortezza, con due possenti torrioni in facciata e la stessa mole dell’edificio che domina su tutto l’abitato.
La costruzione
Si tratta di una delle più grandi cattedrali siciliane che, realizzata su progetto normanno, risente fortemente della componente culturale araba, bizantina, latina e nordica. Vi sì accede attraverso un ampio sagrato al cui centro si trova la Porta dei Rè. Entrando, si presenta a tré navate di otto colonne per lato e pavimento a croce latina in pietra grigia locale. Le pareti laterali oggi sono completamente nude ma alla fine del ‘500 vi erano stati inseriti dieci altari. Imponente nello slancio dato dalle due torri laterali, s’inserisce in un tutto armonico nel paesaggio della città. Di particolare interesse i mosaici del catino absidale con la figura del Pantocratore, di pura fattura bizantina, figura elle sarà ripresa, successivamente, nella Cattedrale di Monreale e nella Cappella Palatina di Palermo. Un maestoso altare si trovava al centro, sotto l’abside; al suo posto oggi insiste una Croce di legno del 1300.


Sito web ufficiale del Comune: https://www.comune.cefalu.pa.it